Solid Waves – concorso internazionale ad Astana (Kazakhstan), primo premio

Anno: 2011
♦ Primo premio

Progetto sviluppato all’interno del team di Stefano Boeri Architetti

Un concorso internazionale per un nuovo quartiere ad Astana

Solid Waves è il masterplan vincitore di un concorso internazionale per un nuovo insediamento residenziale ad Astana, in Kazakhstan. Il progetto immagina un pezzo di città fatto di tre torri e di una serie di corpi bassi che si piegano alla base, trasformandosi in residenze, corti e spazi collettivi.

In quegli anni lavoravo nello studio Stefano Boeri Architetti, e ho fatto parte del team che ha sviluppato il concept di Solid Waves: un intervento che unisce architettura, paesaggio e spazio pubblico in un unico organismo, pensato per dialogare con un clima estremo e con una città in rapida trasformazione.

Un landmark abitato tra parco, residenze e servizi

’idea di base è quella di creare un “landmark abitato”: non un oggetto isolato, ma un sistema che combina residenze, spazi verdi, funzioni pubbliche e commerciali all’interno di un unico quartiere.

Le tre torri segnano l’orizzonte e sono visibili da lontano; alla base, i volumi si piegano e si allungano orizzontalmente, generando corpi bassi abitati e una serie di corti protette. L’insieme costruisce un grande parco residenziale urbano, in cui percorsi pedonali, aree alberate, piazze e spazi di servizio si intrecciano con gli edifici creando una continuità tra natura e costruito.

L’obiettivo non era solo disegnare torri iconiche, ma proporre un modello di quartiere che tenesse insieme densità abitativa, presenza forte del verde e qualità degli spazi esterni.

Mix funzionale e microclima

Il programma funzionale è organizzato per gradi di “pubblico” e di “privato”. Le funzioni più aperte – attività commerciali, spazi pubblici, scuola, auditorium – si trovano lungo il perimetro del sito, dove il quartiere incontra la città e la rete stradale principale.

Le residenze sono collocate soprattutto nel cuore del complesso, alternate a corti verdi protette, per rafforzare la dimensione di vicinato e offrire spazi all’aperto riparati dal vento. Altri alloggi si sviluppano all’interno delle tre torri, in dialogo visivo continuo con le abitazioni ai piani bassi grazie alla presenza di terrazze e giardini pensili.

Questa articolazione non è solo una scelta urbanistica, ma anche una risposta al clima rigido di Astana: le corti e la disposizione dei volumi sono studiate per creare microclimi più favorevoli e riparare gli spazi quotidiani dagli eccessi di vento e di escursione termica.

La pelle verde come infrastruttura

Uno degli elementi più caratterizzanti del progetto è la presenza di una pelle vegetale continua che avvolge torri e corpi bassi. Invece di trattare il verde come semplice “ornamento”, Solid Waves lo usa come vera infrastruttura: superfici verdi in facciata, terrazze alberate, coperture praticabili con funzioni sportive, aree gioco, spazi per il tempo libero.

Nel concept, la facciata delle tre torri è pensata come un sistema modulare di pannelli verticali, di altezza pari al piano, agganciati direttamente alle solette. Ogni pannello è in grado di contenere substrato e strati tecnici necessari alla crescita e alla manutenzione del verde superficiale, funzionando come un elemento ripetibile e controllabile dal punto di vista costruttivo.

Il risultato è un’immagine in cui architettura e vegetazione si fondono: le torri diventano “onde solide” che emergono da un tappeto verde continuo, mentre alla base il parco residenziale si infila tra gli edifici creando connessioni visive e percorsi ombreggiati.

Uno sguardo a distanza di anni

A distanza di tempo, guardo a Solid Waves come a uno dei primi progetti in cui ho potuto confrontarmi in modo diretto con il tema della integrazione tra costruito e paesaggio su scala urbana. Lavorare in un contesto come Astana, con tre torri, un grande parco e una pelle vegetale continua, costringe a tenere insieme molte dimensioni: il disegno complessivo, il dettaglio del singolo modulo di facciata, la vita quotidiana di chi abiterà gli appartamenti e userà gli spazi aperti.

Oggi il mio lavoro si concentra su scale diverse – abitazioni, interni, piccoli complessi residenziali radicati nel territorio veneto – ma il modo di ragionare è simile: partire dalla relazione tra persone, edificio e spazio esterno, e fare in modo che il verde non sia un’aggiunta, ma una parte strutturale del progetto.

Solid Waves è nel portfolio proprio per questo: è un progetto sviluppato all’interno di un grande studio internazionale, in un’altra fase della mia carriera, ma racconta una sensibilità verso il rapporto tra architettura e natura che continua a informare molti dei lavori che seguo oggi.